Restauro FEDI XV T

Rimessa in funzione delle "Vecchie Signore"
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paride
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Messaggio da paride »

ho visto nella mia ed'è come ha disegnato alvaro.
ciao :)

stivmen
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Messaggio da stivmen »

Il consumo dei carboni non è uguale anche se le stecche positivo e negativo sono di lunghezza diversa.Con un negativo consumavo due positivi e mezzo.
stefano

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Antonio Marcheselli
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Messaggio da Antonio Marcheselli »

ma non capisco perché una debba andare avanti e indietro...

Carlo
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Messaggio da Carlo »

Ciao grazie a tutti per le preziose informazioni, appena rifatto l' impianto elettrico della lanterna, vi farò sapere se tutta la parte elettromeccanica funziona, se vi interessa posso inviare qualche foto.
Dovrei anche aver trovato in prestito per la prova un raddrizzatore.
Spero quindi di vedere "la luce"
Vi terrò informati
--------------



Carlo

Alvaro
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Messaggio da Alvaro »

Antonio,

poiche' i carboncini NON si consumano in eguale misura ma il in genere sono 1:2 (un negativo a due positivi) l'avanzamento meccanico automatico deve essere proporzionato al loro consumo. Le tecniche di avanzamento erano fondamentalmente due: a "moto continuo" con ingranaggi di diametri diversificati, per cui il positivo avanzava di piu' rispetto al negativo e, come dice Stivmen, con ruota a "cricco". Con il sistema a cricco si poteva avere l'avanzamento a "scatti" di uno od entrambi i carboni. Il sistema era semplie, nel suo funzionamento ricorda un po' la pedivella di messa in moto dei ciclomotori: andata con presa sul pignone e ritorno a vuoto. Con una camma si otteneva lo stesso. Il motorino elettrico gira costantemente (piu' o meno, non ho MAI trovato un sistema a carboni che stesse in passo) e quindi fa avanzare ed indietreggiare un'asta posta in eccentrico su un ingranaggio. All'alndata, ad esempio, non azionava nulla, al ritorno (marcia per il verso opposto) la camma non scattava e quindi c'era "trazione" del meccanismo che faceva avanzare.

ciao - alvaro

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Antonio Marcheselli
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Messaggio da Antonio Marcheselli »

Ah, ma il carbone non andava avanti e indietro!

Cia
A

Alvaro
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Messaggio da Alvaro »

A prescindere da come era realizzata la lanterna a carboni - intendo costruita - l'unico avanti-indietro, peraltro rapido, lo si faceva manualmente con le manopole di regolazione all'atto dell'accensione.

piu' o meno una lanterna a carboni si accende cosi':

1) accensione del raddrizzatore
2) con le manopole di avanzamento si fanno toccare assieme i carboni
3) li allontani subito di un pochino e l'arco e' acceso
4) agendo contemporaneamente con le manopole si spostano entrambi i carboni di quel tanto che serve per allinearli con il punto di fuoco dello specchio (se necessario, ma in genere lo era)

quindi si controllava che l'arco stesse sempre nel punto giusto intervenendo con le manopole e spostando contemporaneamente i carboni rispetto al punto di riferimento. Attraverso un forellino sulla fiancata della lanterna veniva proiettata la "punta" dei carboni su uno schermetto di riferimento con particolari segni (in genere due righe nere verticali) che erano le linee su sui doveva stare la punta di ogni carbone.

Tieni presente che una piccola variazione in piu' o in meno rispetto a questo punto produceva sensibili ripercussioni sulla luce riflessa dallo specchio.

L'equivalente oggi sarebbe quello di avere una lampada che traballa rispetto al punto di fuoco dello specchio. Te li immagini i risultati sullo schermo?

Se Si proiettasse ancora a carboni il tempo "libero" dell'operatore sarebbe dedicato a stare attento a che i carboni rimangano nel "fuoco" . Con la Micrtotecnica con cui imparai mi capito' di distrarmi un attimo e ... FISCHIIIII !!!! Volata alla macchina e l'arco era spento!



ciao - alvaro

Carlo
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Messaggio da Carlo »

Ciao Alvaro, sei un grabde conoscitore del tutto, ti confermo esattamente quanto hai detto, anch'io quando lavoravo a Treviso ( e le macchine allora erano tutte a carboni), avevo le mie belle difficoltà anche solo per andare in anticabina a riavvolgere il primo tempo.
Ho fatto qualche turno estivo al cinema "Garibaldi" che purtroppo non esiste più (era in centro a Treviso) che aveva dei Cinemeccanica Victoria X 35/70, devo dire che le lanterne di quelle macchine sono state le più precise che ho trovato (come avanzamento regolare dei carboni)
Come ho già detto, erano proprio altri tempi.
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Ciao

Carlo

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Antonio Marcheselli
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Messaggio da Antonio Marcheselli »

Ok.
Mi sono sempre chiesto: mi dici che si fanno toccare i carboni per innescare l'arco. Ma cosa succedeva se si lasciavano i carboni attaccati per molto tempo? Non fa un corto circuito?

Cia
A

Carlo
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Messaggio da Carlo »

Ciao Antonio provo a risponderti io, per accendere l' arco si facevano toccare per un attimo i carboni in modo da provocarne l' accensione per corto circuito (immagino) subito dopo si allontanavano e come già detto da Alvaro si posizionavano alla giusta distanza (guardando i riferimenti)
Mi ricordo che se lasciavi i carboni attaccati qualcosa succedeva (se avevi il gruppo convertitore "cambiava velocità di rotazione" invece il raddrizzatore "ronzava" non so dirti invece cosa averebbe potuto succedere lasciando i carboni attaccati per qualche minuto.
Io non lo ho mai fatto (non c'era il motivo, non so dirti se c' era qualche dipositivo di protezione, speriamo nella conoscenza di Alvaro per una risposta più completa.
Ciao

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Carlo

Alvaro
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Messaggio da Alvaro »

Carlo:

hai fatto centro! Sulla Microtecnica avevo proprio un convertitore rotante - o dinamotore, se vogliamo - .

Nel 1975, a 16 anni ero intorno a quella Macchina (Per me rimane una meravigliosa macchina da proiezione, il primo amore non si scorda mai ...) ed il convertitore era nell'anticabina. Faceva gia' abbastanza fracasso la Micron che almeno quello ebbero il buon senso di metterlo altrove.

Quel simpatico vecchietto che mi insegnava una volta li fece toccare un po' troppo a lungo e dall'altra parte il convertitore tiro' di colpo una di quelle "frenate" che sparo' via addirittura le spazzole.

Venne sostituito con un raddrizzatore al selenio della Westinghouse, mi ricordo ancora che era grosso come un armadio!

Piuttosto, una cosa: nel restauro della tua lanterna a carboni, presta molta attenzione al soffiatore magnetico. Non alterarne l'angolatura e se proprio devi "riavvolgerlo" tre spire in senso antiorario.


Antonio:

Beh, la lanterna a carboni e' del tutto analoga ad una saldatrice ad elettrodo. Per avviare l'arco per saldare si usa strusciare l'elettrodo, ma anche batterlo ed allontanarlo, quindi l'arco e' innescato e saldi. Poi, mano a mano che l'elettrodo si consuma, abbassi la mano che regge la pinza portalettrodo.

Analogamente nella lanterna. Mi chiedi cosa succede se tieni i carboncini per troppo tempo attaccati. Bene, possono accadere due cose:

1) si "brucia" qualche diodo nel raddrizzatore, va in corto il ponte, saltano i fusibili ed amen.

2) se i carboncini sono un po' troppo sottili di sezione (ne sistevano di varie sezioni) ed il raddrizzatore era regolato alto, i carboni prima arrossavano, poi diventavano incandescenti e poi bruciavano di colpo sparando il rivestimento di rame sullo specchio, impiastricciandolo con micro-palline di metallo fuso e mettendolo fuori uso.



ciao - alvaro

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Antonio Marcheselli
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Messaggio da Antonio Marcheselli »

Ok mi è chiaro e mi torna!

Carlo
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Messaggio da Carlo »

Ciao, intanto grazie a tutti per le risposte, per Alvaro: mi nomini il soffiatore magnetico, ma nella lanterna che ho smontato, davanti al portacarbone positivo c'è un una specie di supporto di appoggio in rame con un archetto metallico sul davanti (dalla parte dello specchio, è montato isolato rispetto alla massa della lanterna, ma quando lo ho smontato non ho trovato nessun collegamento elettrico o filo avvolto. (domani vedo di inserire una foto)
Se come presumo è quello "il soffiatore" come fa a funzionare senza collegamenti?
Grazie e ciao




Carlo

Alvaro
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Messaggio da Alvaro »

Se c'e' "l'archetto" funziona come spira ad autoinduzione. Genera campo sotto induzione dell'arco stesso sul principio della corrente di Focault.

ciao - alvaro

Carlo
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Restauro FEDI XV T

Messaggio da Carlo »

Grazie Alvaro, sei veramente competenente e questo lo avevo intuito leggendo tutti i tuoi interventi sul forum.
Intanto procedo con il restauro, lentamente ma procedo: appprofitto per chiederti una altra cosa: all' interno la lanterna e rivestita con delle lamiere che sono completamente arrugginite, dopo il necessario trattamento è corretto verniciarle in bianco con vernice per alte temperature o ci sono altre soluzioni?

Ciao.

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Carlo

Alvaro
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Messaggio da Alvaro »

credo che colore argento sia migliore.

stai su questa tipologia di vernici ad alta temperatura

http://www.nuovauniver.it/indice.asp

ciao - alvaro

Carlo
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Messaggio da Carlo »

Grazie Alvaro per la risposta, passo qualche altra info sulla lanterna, sono riuscito a pulire la targhetta identificativa: Lanterna FEDI A 35 E diametro specchio 350mm, carbone positivo diametro 8mm. negativo 7mm. (sul carbone negativo ho trovato la scritta max 70A.
Con questi dati qualcuno sa indicarmi l' amperaggio ottimale di funzionamento?

Grazie
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Carlo

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Daniele Buttafava
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Messaggio da Daniele Buttafava »

Io, in Caserma a Novara con quella macchina e quella lanterna lavoravo a 55/60 A.

Carlo
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Messaggio da Carlo »

Ciao, ecco le foto del soffiatore magnetico che avevo promesso.
Alvaro, così puoi confermarmi se il funzionamento è quello che mi hai indicato.
Grazie anche But.

Ciao



Immagine:Immagine 33,02 KB

Immagine:Immagine 34,19 KB

Carlo

Alphil54
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Messaggio da Alphil54 »

Prima di tutto .. ben trovati a tutti. Mi ripresento dopo un’assenza di diversi mesi dovuta, in primo luogo, alla indisponibilità della postazione PC causa lavori di ristrutturazione alla casa durati, da soli, più di tre mesi. In ogni caso ho sempre trovato il modo di dare un’occhiatina veloce al nostro forum e leggervi, seppure in modo sommario o didascalico. Quale migliore occasione per rientrare attivamente ed argomentare una discussione sul mio “primo amore “ Fedi XVT (il piccolo Fedi..).?
Non che resti molto da aggiungere a quanto già scritto con perizia e precisione, solo aggiungerei alcune mie considerazioni.
Per quanto riguarda l’amperaggio di esercizio sono d’accordo per i 55/60 Amp. citati da But( in ogni caso il proiettore era stato pensato per sale di piccole e medie dimensioni tant’è che il raffreddamento è solo ad aria ).
La regolazione dell’avanzamento carboni è regolabile in modo indipendente per il carbone negativo e per quello positivo che, al contrario di altri modelli più vecchi che ho avuto modo di conoscere (non so gli XI o i XII) ha movimento intermittente. Con molta, molta pazienza ero riuscito a crearmi una discreta autonomia che, in condizioni di esercizio ottimali ( sarebbe ora lungo da spiegare , ma non sempre per me lo erano..) arrivava anche a 15 minuti.
Sono comunque concorde con quanto asserisce Alvaro sul fatto che il toccasana dei sistemi di avanzamento forse non è mai esistito ma comunque è un discorso molto “relativo”.. per esempio Microtecnica, che ho conosciuto con un Micron 18 (16mm) o attraverso opinioni di amici pare tendesse a “correre”.. su altri proiettori che ho conosciuto in modo diretto (o anche della mia concorrenza..) non ho mai avuto riscontri travolgenti.. però una ventina di anni or sono, a Finale Ligure, vidi un caso di un operatore che, con i suoi V8 (con generatore..) , iniziava il film e poi andava a strappare biglietti.. (quindi non aveva l’assillo dei carboni)
Carlo, per la centratura della lanterna, se rispetti i canonici 83/84 cm da cratere a finestra e i 13cm da cratere a specchio (per i 350mm) non avrai problemi. Se solo non è stato toccato lo specchietto per la riflessione del cratere , la sola comparsa del medesimo sul vetrino per la regolazione dovrebbe già darti una buona mano..
Mi preme però raccontarvi di un problema meccanico che, pare, abbia accompagnato dei Fedi XV.
Il mio proiettore venne installato verso fine anno del 1960. Ben presto, dovendo usare la messa in quadro compariva, nel breve arco di 2-3 minuti, un particolare rumore che cercherò di descrivervi. Immaginate di “staffare” il blocco di CDM, saldamente, al corpo del proiettore in modo da ottenere una sorta di “risonanza” del proiettore tutto per il battito di CDM. Aggiungete poi un tik-tik supplementare ed irregolare al normale ticchettio di croce di malta.
(spero di non avervi sconvolto .. e di assere stato almeno un po’ chiaro..) Tutto ciò aveva fine solamente dopo aver fermato il proiettore e riportato nella posizione centrale la manopola per la messa in quadro (Fedi XV nella messa in quadro sposta in alto o in basso il blocco CDM).
Il tecnico Fedi cambiò, in un primo momento, il blocco di CDM ma senza esito. A mezze parole disse che si doveva, per forza, trattare del blocco di ingranaggi.. a mezze parole disse che il proiettore era già dotato di blocco antistrappo.. disse pure che non gli era mai capitato.. suggerì di evitare di lavorare con la messa in quadro in posizione “non neutra”..
Il proiettore ha funzionato per 23 anni e non è mai successo nulla.. unica precauzione quella di prestare moltissima attenzione alla messa in quadro.
Negli ultimi anni di attività (il cinema chiuse nel 1983 con l’effetto Statuto..) un tecnico (non di Fedi) che sentì il mio XV a girare disse “ questo va bene, è silenzioso.. alcuni fanno un rumore… “ e mi citò il caso di un locale, già allora non più in attività, a mezz’ora di auto al quale, alla fine della fiera, si era rotto il grande ingranaggio in fibra che comanda l’otturatore.
In un altro locale (ancora oggi equipaggiato con due XV) che frequentavo, di tanto in tanto quando rimasi “disoccupato”, una delle due macchine si faceva sentire con prepotenza anche dalla platea.. poi per alcune settimane la vidi lavorare con una decisa sfasatura (pietosa) dell’otturatore.. poi tutto venne rimesso a posto. Successivamente ebbi l’occasione di presentarmi come un ex collega (esercente ed operatore), visitai la cabina ma non entrai in modo diretto nella questione perché mi parve non ci fossero i presupposti per approfondire.. non so.. captai solo che “questo proiettore, fortunatamente, è ancora tutto originale ( il numero di matricola di quello “incriminato” era il più alto ed era 11mila e rotti come per il mio ed i carter parafuoco per 1800 metri come i miei)
Conclusione.. se 1+1=2 e se 2+1=3… forse tre episodi sono un po’ troppi per non destare l’attenzione. Nessuno ha mai sentito di problemi simili? Anche dopo 23 anni (proprio in questi giorni) sarei curioso di saperne di più.
Ciao a tutti


Luigi

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