Pianale retroilluminato

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Alvaro
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Pianale retroilluminato

Messaggio da Alvaro »

Chiunque sia appassionato di fotografia “analogica”, se mi e’ consentita questa espressione per differenziare quella elettronica digitale da quella chimica a negative, sa quanto sia importante disporre di un pianale luminoso per verificare negative, diapositive, o altre operazioni.

Altresi’ chi e’ appassionato di elettronica sa che molte volte necessita di dover “traguardare” uno stampato per poter seguire piu’ agevolmente il percorso delle piste e si e’ ritrovato a doverlo rivoltare piu’ e piu’ volte.

Anche se vogliamo semplicemente eseguire il “ricalco” di un disegno o fare altre operazioni che richiedono un pianale retroilluminato, ci sara’ capitato di doverci arrangiare o arrenderci perche’ il pianale retroilluminato non c’e’.

* * * * *

Quando poi ho deciso di acquistarne uno di piccole dimensioni, sono cominciati i problemi: sono articoli di scarsa reperibilita’, le dimensioni di quelli “piccoli” quasi sempre sono esuberanti per l’utilizzo che volevo farne e poi viene il bello: il costo.

A questi punti mi sono alquanto innervosito e sono passato dal dire al fare e me lo sono autocostruito con una spesa assai ridicola, ottenendo dei risultati del tutto ragguardevoli a fronte delle bizzarrie utilizzate per realizzarlo.

Ve lo propongo, caso mai che qualcuno ne avesse bisogno e non volesse affrontare la spesa di uno “di marca” gia’ bello e pronto in commercio, puo’ sempre seguire questa traccia.

Il materiale occorrente e’ invero scarso e di poco costo:
- uno scanner piano fuori uso (che un rivenditore di computer mi ha regalato ben felice di toglierselo di mezzo)
- una lampada fluorescente circolare da 22 watt
- un accenditore elettronico per lampade fluorescenti (per evitare il noioso lampeggio del classico sistema reattore-starter)
- 1 foglio da 50x50 cm di polionda bianco
- 1 lastra di plaxiglass bianco 50x50 cm e 5 mm di spessore
- 1 trasformatore 220/6 V , 1 ponte raddrizzatore ed 1 condensatore elettrolitico recuperati da una “radiolina” guasta che aveva l’alimentazione rete/pile
- 1 elettroventola usata di raffreddamento per CPU (sempre dal negoziante di PC).
- un pezzetto di rete antizanzare di alluminio o materiale plastico.

Ecco la realizzazione:

lo scanner piano utilizzatoImmagine
Per prima cosa va aperto e svuotato completamente: deve rimanere solamente la “carcassa vuota ed il piano con il vetro.


DiffusoreImmagine
dal lato interno della parte con il vetro va sistemata, opportunamente tagliata e sagomata, la lastra di plaxiglass bianco che servira’ da diffusore di luce. La lastra di plaxiglass e’ protetta da due sottilissimi fogli di cellophan che vi aderiscono elettrostaticamente. Durante tutte le operazioni di taglio e sagomatura della lastra essi non vanno rimossi: preservano il plaxiglass stesso da eventuali graffi.


la lastra di plaxiglassImmagine
come si nota dal dettaglio della foto, la lastra deve essere posizionata, dal lato interno, sopra il vetro steso. Uno spessore piu’ esiguo di tale lastra, seppure lascia passare piu’ luce peraltro lascia intravvedere troppo la sagoma circolare della lampada quando essa e’ accesa, cosa che vanifica poi il funzionamento del pianale luminoso. All’atto di fissare definitivamente il plexiglass va rimosso solamente il foglio protettivo dal lato che va incollato. Come colla va benissimo quella termica che viene venduta in stick e necessita dell’apposita pistola incollatrice.


Il piano luminoso e' prontoImmagine

ad oprazione finita questo e’ il risultato: il vetro originale dello scanner e’ rimasto e sotto c’e’ il plaxiglass. Si ottengono cosi’ due cose: la facilita’ di pulizia del piano (lo si pulisce come un comune vetro da finestra) ed il vetro stesso a sua volta impedisce di graffiare il plaxiglass durante l’utilizzo. Cosa assai importante perche’ nel caso di negative (o positive) fotografiche, una rigatura del plaxiglass darebbe adito al dubbio di una rigatura della pellicola stessa.


Presa d'ariaImmagine
Nella parte posteriore dello scanner, dove c’erano i connettori di alimentazione e i connettori di interfaccia va praticata una feritoia per l’areazione. Una volta fatta la feritoia, all’interno della “carcassa” va messa una retina a protezione, per evitare sia di metterci le dita che per impedire a corpi estranei di entrarci. Se si utilizza una retina metallica la si puo’ fissare direttamente sulla plastica con il saldatore. Le dimensioni della presa d’aria non sono critiche, quindi si tratta di fare una cosa “decente” in base al tipo di scatola con cui si ha a che fare.


Presa d'ariaImmagine
dalla parte opposta, magari direttamente sotto la base, va individuato un “posto” in cui praticare una seconda presa d’aria che, come la precedente, va protetta allo stesso modo.


Lampada fluorescenteImmagine
poiche’ difficilmente l’interno dello scanner sara’ di colore bianco (solitamente sono colore grigio o nero o avorio) e’ necessario adagiare sul fondo del polionda bianco, anch’esso opportunamente tagliato e sagomato. Se la lampada ha uno zoccolo portacontatti troppo grosso va eliminato, facendo attenzione a non rompere la lampada. A parte questo che dipende dalla marca, modello e tipo di lampada che di intende usare, poi essa va fissata sempre con collante o altro sistema direttamente sopra il polionda. Non abbiate paura che il calore della lampada lo possa far fondere: una “circolina” fluorescente scalda pochissimo.


Parte elettricaImmagine
In corrispodenza della feritoia di areazione posteriore va sistemata la parte elettrica, consistente in: accenditore elettronico della lampada (lo schema di collegamento e’ riportato direttamente su di esso), trasformatore, ponte raddrizzatore e condensatore elettrolitico. Il tutto va poi “racchiuso” con del polionda (o altro materiale plastico) sempre di colore bianco per evitare poi zone di colore scuro sul piano quando lo si accende. In zona centrale va posizionata la ventola. Esse funzionano a 12 vdc, ma anche con una tensione intorno agli 8 v fornita dal mini-alimentatore funzionano e fanno anche poco rumore: cosa importante se lo si tiene acceso per delle ore o delle giornate. Tale ventola, produce un movimento interno di aria (si tenga presente che poi quando e’ finito il tutto esso ritorna una scatola completamente chiusa) piu’ che suficiente ad asportare il calore che la lampada genera.


La costruzione e' ultimataImmagine
A lavoro ultimato si sara’ ottenuta simile.


Ultimo pezzoImmagine
A questo punto non resta che costruire, sempre con il polionda, un coperchio per la “scatola” contenente la parte elettrica. Alla fine togliere il foglio protettivo dal plaxiglass costruito precedentemente e chiudere il tutto.


Pronto per essere usatoImmagine
Il pianale luminoso e’ pronto per essere utilizzato. L’aspetto finale ritorna simile allo scanner da cui e’ cominciata la costruzione.


Piano luminoso accesoImmagine
Se si e’ lavorato con una certa cura questo sara’ il risultato che si ottiene. Una buona illuminazione diffusa su tutto il pianale.


Esempio di utilizzoImmagine
Ponendo sulla superficie luminosa negative o positive fotografiche, pellicola cinematografica, circuiti stampati , disegni, ecc, si ha una soddisfacente retroilluminazione che permette di “lavorare” anche con precisione.


Immagine
L’immagine si commenta da sola. Negative fotografiche 35mm a colori, negative 6x6 b/n, pellicola cinematografica, circuiti stampati doppio-lato sono nitidamente e uniformemente illuminati.


ciao - alvaro

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Graziano
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Pianale retroilluminato

Messaggio da Graziano »

bravo Alvaro sei in gamba !
Un salutone è un pò che non ti sentivo
ciao

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Graziano
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Pianale retroilluminato

Messaggio da Graziano »

P.S.
anche se io come ti avevo accennato quando venni a trovarti ho venduto tutto il corredo(nikon F90 ecc.) per il digitale (canon EOS 350D)

beppe
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Pianale retroilluminato

Messaggio da beppe »

Ciao Alvaro.
Sapresti dirmi quanto hai pagato l'accenditore elettronico che hai usato?
Grazie e ciao

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