Lo conoscevate Alex?

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Gio
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Lo conoscevate Alex?

Messaggio da Gio »

Alex è stato un piccolo genio, dagli anni '70 fino a tre anni fa, quando è morto, ha aiutato in modo significativo a cambiare l'opinione della scienza riguardo il pensiero animale.
Già, perché Alex era un pappagallo... Più precisamente uno Psittacus Erithacus, ovvero comunemente chiamato "cenerino" o "pappagallo grigio africano".

Correva l'anno 1977 quando Irene Pepperberg, dottoressa in chimica, spinta da una sua intuizione, si recò in un negozio di animali di Boston e acquistò - senza sciegliere direttamente, ma facendolo prendere a caso dal negoziante - Alex.

L'avventura di Irene e Alex è oltremodo vasta, ricca di difficoltà (all'epoca era difficile ottenere finanziamenti: la comunità scientifica guardava con ironia anche chi tentava di dimostrare la presenza di linguaggio e pensiero nei primati, figuriamoci una giovane donna che voleva provarla con un cervello di un polletto...) ed affascinante, oltre che commovente, ma è anche ricca di successi! Raccontarla tutta è impossibile, ma se vi interessa, continuate a leggere che vi faccio un piccolo sunto.

Cosa voleva dimostrare la dottoressa Pepperberg? Fondamentalmente che i pappagalli sono coscienti di quel che dicono e non ripetono "a pappagallo".
Avian Learning EXperimenti: ALEX appunto.

Il cenerino è, tra i pappagalli, quello più portato al nostro linguaggio: in natura sono comunque un po' "linguisti": hanno un linguaggio per i loro simili e uno più intimo di coppia, fatto da suoni e versi di altri animali.

Alex ha imparato a distinguere oggetti, assegnando ad essi delle "etichette", ovvero dando un nome preciso a ciò che lo circondava: una tecnica lunga e difficile ma che ha dato i suoi effetti: sapeva nominare correttamente ciò che mangiava, come "noccioline", "ciliegie" oppure oggetti e forme: "figura con 3, 4, 5 angoli (triangolo, quadrato, pentagono... sapeva contare fino a 7)", "Chiave" e usava le sue capacità in modo pertinente, sapeva chiedere il cibo, era arrivato addirittura a "schiavizzare" i giovani dottorandi facendo loro pressanti richieste durante i test.
Contava e distingueva correttamente i colori (una intervista su focus ad Alex: http://www.focus.it/fileflash/file/intervista-alex.pdf).
Di più: componeva le parole per crearne di nuove: per chiedere una mela, non conoscendo l'etichetta "mela" chiese una "banerry" in inglese composta da "banana"+"cigliegia" (cherry)... cigliegia perché esteriormente era come una grossa cigliegia rossa e banana perché dentro è gialla come la banana...

Era anche un secchione spocchioso: agli altri pappagalli che lo hanno affiancato negli anni Alex suggeriva le risposte nei test, li stimolava oppure li opprimeva sviandoli dalla soluzione esatta (il cenerino è oltremodo geloso), li insultava: una frase ricorrente che Alex rivolgeva ai suoi piccoli colleghi piumati era "Di bene! Sei un tacchino!!!" per rimproverarli di un errore.

Solo per dimostrare quanto fosse eccezionale, un giorno una studentessa se lo portò con lei in bagno (non poteva restare solo fuori dalla gabbia in laboratorio per la sua sicurezza) e lo posò sulla mensolina sopra i lavandini, davanti ad uno specchio. Quando la ragazza uscì dal gabinetto Alex rivolto a lei e guardandosi nello specchio disse: "Cos'è questo" e lei candidamente "Sei tu, un pappagallo grigio (grey parrot)"... Da quel giorno Alex imparò il significato di "grigio".

E' morto giovane, a soli 31 anni, ma è bello pensare che è stato grazie anche a lui che oggi consideriamo in modo diverso la psicologia degli animali. ed ha dimostrato che un pappagallo anche se biologicamente è alquanto diverso da noi è capace di pensiero e linguaggio, anzi di più perché Alex comunicava con il nostro di linguaggio!



Io l'ho conosciuto grazie ad youtube perché adoro i cenerini da quando ne ho visto uno dal vero in un negozio, al tempo avevo 6 anni, dai video che mi avevano sempre più incuriosito sono passato alle ricerche in internet e da lì ho trovato il sito dell'Alex Foundation (http://www.alexfoundation.org/).
Ho letto il libro di Irene Pepperberg "Parla con Alex" insieme alla mia ragazza, un libro non certo grande come pagine, ma molto interessante (e commovente: leggerlo ad alta voce è impossibile senza prorompere in singhiozzi, sia per la morte di Alex sia per l'emozione derivante dalle sue capacità) e le abbiamo anche scritto per complimentarci.

Però, prima, non ne avevo mai sentito parlare e si che in campo ornitologico, ma anche in generale, ha cambiato la concezione che la nostra cultura odierna ha degli animali! Possibile?
Giovanni Zampieri
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spantax
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Re: Lo conoscevate Alex?

Messaggio da spantax »

Interessante, non sapevo niente di queste cose !

Grazie delle info
Chi Vola Vale, chi Vale Vola, chi non Vola è un Vile !
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Antonio Marcheselli
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Re: Lo conoscevate Alex?

Messaggio da Antonio Marcheselli »

Avevo scordato di rispondere, ho letto tutto, interessante.
Sono sale per grandi pubbici e ciò rende doverose proiezioni per grandi popolazioni
Spettatore Anonimo

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Gio
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Re: Lo conoscevate Alex?

Messaggio da Gio »

Non ho mai trovato nulla in italiano su Alex... è anche vero che si capisce lo stesso, però il concetto è che a parte qualche notizia sulla stampa all'epoca della sua scomparsa (o in qualche blog), non esiste un video o una trasmissione o, almeno, io non l'ho trovata :(
Bella là, gli scettici dicono che conoscesse "solo 100 parole", beh non era certo la sua lingua ed io non lo so se conosco 100 parole d'inglese.
Ne esistono altri eh, lo scopo della Pepperberg era di stabilire che tutti i cenerini avessero tali capacità cognitive; nello stesso gruppo c'è Semola (sarebbe Artù, ma il suo carattere bighellone ha fatto si - su stessa ammissione della dottoressa - che tutti lo chiamassero da subito così) che nel periodo passato al MIT passava il tempo con un joystik mediante il quale poteva navigare in un menù a video per vedere videoclip oppure ascoltare i suoi brani musicali preferiti... Certo Alex era un "genio" poiché era aperto e interessato a ciò che faceva.
La dottoressa non era sempre presente in laboratorio, specie nell'ultimo periodo e Alex aveva imparato a chiederle, quando la salutava la sera, "Ci sei domani?".
Sembrano piccole cose ma io ci vedo una grande consapevolezza dietro simili parole, specie per uno che aveva un cervello grande come una noce!

Se poi pensiamo che fino agli anni '80 si pensava che - non solo non fossero minimamente intelligenti - ma fossero una sorta di macchina che esegue il suo programma istintivo, di passi ne abbiamo fatti e parecchi. Nature, NYTimes e altri grandi giornali e settimanali americani lo hanno omaggiato quando è morto ma, le stesse riviste scientifiche, prima della sua scomparsa, avevano sempre rifiutato gli articoli e le relazioni di Irene perché non era ammissibile una cosa simile!
Giovanni Zampieri
La petite Lumière cinemultisala - Belluno

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