Fondamentalmente Ilaz non è pazzo e Elia ha fatto centro. Basta ragionare un attimo su come è costruito l’obiettivo. Dimentichiamo per un momento il nostro proiettore o la nostra macchina da ripresa e analizziamo l’obiettivo nei termini assoluti in modo da comprenderli tutti e nessuno. Si va dall’obiettivo semplice, costituito da una sola lente biconvessa a quelli molto più complessi dotati di zoom. E’ quindi ovvio che l’obiettivo è un assieme ottico e meccanico a cominciare dalla struttura tubolare che contiene la lente ai meccanismi di movimento delle lenti come nel caso dello zoom. Le lenti esistono di diversi tipi (basta fare una ricerca sulla rete per trovare descrizioni e immagini). L’obiettivo più semplice in assoluto è rappresentato dalla comunissima lente biconvessa da ingrandimento che tutti conosciamo in quanto vengono vendute di varie dimensioni nelle cartolerie ecc.
Pprocuriamoci due lenti di facile reperibilità : una biconvessa ed una pianoconvessa e rifacciamo la prova fatta da Antonio con entrambe le lenti cominciando con quella biconvessa: accendiamo una torcia elettrica e usiamo la lente per focalizzare l’immagine su una superficie piana (possibilmente bianca). A seconda della distaza otterremo una immagine rimpicciolita o ingrandita della sorgente ed anche abbastanza ricca di dettagli (per usare una sola lente e neanche di qualità). Giriamo la lente ed usiamo l’altro lato: il risultato non cambia. Ripetiamo ora la stessa prova usando la lente pianoconvessa: vedremo delle differenze, come la distanza per mettere a fuoco e l’immagine che riusciamo a focalizzare al cambiare del lato rivolto verso la sorgente, la qualità dell’immagine.
Senza entrare in merito a come si “progetta e costruisce” un obiettivo (bisogna anche tenere presente delle lenti aggiuntive interne per la correzione delle aberrazioni) guardiamo la figura che segue.
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Sono stilizzati 3 obiettivi, rispettivamente a 2, 3 e 4 lenti e, nella fattispecie a due lenti biconvesse, con una pianoconcava , con pianoconcava e menisco. (non necessariamente queste configurazioni esistono poi nella realtà, servono solo come chiarimento)
Dall’alto al basso: con due biconvesse : esso è simmetrico rispetto al suo asse, sia per numero che tipo di lenti. In questo caso è reversibile TOTALMENTE.
Con due biconvesse ed una pianoconcava : non è simmetrico rispetto al suo asse.
Con due biconvesse, una pianoconcava ed una menisco: è simmetrico rispetto al suo asse solo per numero di lenti, non ti tipologia.
Risulta evidente che la reversibilità TOTALE non esiste. L’ordine delle attraversato dalla luce cambia a seconda della direzione.
Poi, a parte quelli per uso mirato come (come i catadiottri o a specchio per astronomia o fotografia), gli obiettivi in genere sono lineari. Lenti montate in un “tubo”. E’ lapalissiano che il fascio di luce li possa attraversare in modo bidirezionale (prova di Ilaz) ma che data la loro costruzione non possano dare gli stessi risultati in entrambe le direzioni (schema proposto da Elia).
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