info stato dell'arte della proiezione digitale

Discussioni varie con tematica riguardante il Cinema
baldows
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Messaggio da baldows »

Salve a tutti,
sono uno studente in ingegneria informatica e sto sviluppando una tesi sulla gestione di un Cinema Multisala. Avrei necessità
di reperire informazioni sullo stato dell'arte della gestione dei cinema multisala ( in italia e possibilmente nel mondo)e in particolare sulla proiezione di film sia su pellicola che su formato digitale.
Riguardo alla pellicola, credo (correggetemi se sbaglio) che le più attuali e innovative tecniche di proiezione siano trattate sul sito nella sezione proiezione in cui si fa riferimento al sistema con pc vector 1000 sviluppato da cinemeccanica.
Per quanto concerne la proiezione digitale, sul vostro sito ho letto solo che ancora è poco diffusa e su internet ho trovato pochissimo materiale. Ho letto solo, su un breve articolo, che alcune sale negli stati uniti usano come supporti dei super-dvd da 5gb l'uno (un film è contenuto in 13 supporti) che vengono scaricati su dei server e poi proiettati in sala, altre sale invece usano una connessione satellitare criptata per scaricare in locale i film.
Personalmente non conosco questo settore e mi sto interessando all'argomento per la prima volta. Vorrei sapere gentilmente da voi, ben più ferrati in materia, se potete darmi informazioni più precise e approfondite o se sapete indicarmi dove potrei recuperarle (siti web, libri, riviste, qualunque cosa) o a chi rivolgermi per avere notizie aggiornate sullo stato dell'arte della proiezione digitale.
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno la pazienza di rispondermi
Saluti

roberto
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Messaggio da roberto »

Ci sono un serie di testi e molte informazioni in rete.
Mi scriva e cercherò di aiutarla.

saluti,roberto parisi

robertoparisi@hotmail.com

dan
Utente 35mm
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Iscritto il: mar feb 25, 2003 7:11 pm
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Messaggio da dan »

Roberto, aiutalo utilizzando il forum, se puoi. In questo modo anche chi non ha fatto la richiesta ma è interessato potrà usufruire delle tue informazioni (io sono in questa categoria!).
E ovviamente tu baldows quando finirai la tesi dicci dove andare a reperirla, se possibile!


Ciao,
Daniele --- Free your mind

Andrea Rescigno
Utente 35mm
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Iscritto il: sab lug 26, 2003 8:05 pm
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Messaggio da Andrea Rescigno »

Chiedi aiuto a San Google e avrai tutto ciò che vuoi ;)

Giusto qualche considerazione:

1) Non esistono "super DVD" da 5 GB. I DVD single side - single layer contengono 4.7GB di dati, i dual layer il doppio e i double side-dual layer il quadruplo, poi ci sono i nuovi HD-DVD e Blue Ray che però praticamente ancora non sono in commercio;

2) Stai alla larga dai testi italiani;

3) Per un ottimo sistema di automazione per proiettori a pellicola, considera il sistema per i Kinoton con PC centrale (software ad interfaccia grafica per Windows) e moduli periferici con schermo tattile;

4) Stai alla larga dai testi italiani;

5) Se hai accesso ad una biblioteca fornita, consulta le annate del Motion Imaging Journal (ex SMPTE Journal), che è la rivista dell'SMPTE (Society of Motion Picture and Television Engineers), e magari anche delle riviste dell'IEEE (Institute for Electrical and Electronic Engineering) e se hai tempo quella dell'AES (Audio Engineering Society);

6) Iscriviti a forum tipo questo :) e quello del Film Tech.

Auguri per il tuo lavoro!

P.S. Ti ho detto di stare alla larga dai testi italiani?


Andrea

Lucaplex
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Messaggio da Lucaplex »

Ciao baldows,

in bocca al lupo per la tua tesi.
Ti auguro di avere fortuna come il tuo omonimo: il maratoneta, per intenderci, vincitore della maratona alle olimpiadi e uno dei miei miti.
[:1]

nandoplex
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Messaggio da nandoplex »

L'unico proiettore che abbia una parvenza di moderno è il Kinoton FP30E, in cui il trascinamento della pellicola avviene non grazie al dispositivo meccanico detto croce di malta, ma con un dispositivo elettronico.

I sistemi di automazione sono, tutti, terribilmente datati: i più moderni vanno su RS485, molti su protocollo proprietario, altri sono, né più né meno, armadi di relé.

La proiezione digitale avviene tramite un server (così detto in maniera erronea, non eroga servizi ai client, a meno di non considerare il proiettore digitale un client) che stocca il film su HD hot swap in RAID 5: il film arriva su HD, viene inserito, quindi smontato quando esce di programmazione. E' effettivamente successo che il film sia arrivato su DVD, ma è terribilmente scomodo, o su supporto magnetico tipo Viper.

Per quanto riguarda la gestione, potrei darti, ma solo in privato :twisted:, esempi di cosa NON è lo stato dell'arte.

Come ti sarai reso conto, il tuo post è troppo generalista per ottenere risposte particolari; come hanno consigliato gli altri utenti, puoi documentarti un po' ovunque, magari anche qui scendendo sullo specifico, su altri siti, su proiezionisti.com, su svariati testi, poi chiarirti le idee ponendo domande alle quali saremo lieti di rispondere, se possibili. Quindi, ti toccherà il compito di tirare le fila, e di mettere in download la tesi.:D

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Antonio Marcheselli
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Messaggio da Antonio Marcheselli »

Roberto

Se avessi voglia di mettere online qualcosa (sul forum) non importa massacrare la cognata, basta che mi mandi delle buone fotocopie e con un OCR metto tutto in testo!

Sempre a disposizione!

Ciao
A

baldows
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Messaggio da baldows »

Salve a tutti
vi ringrazio per la disponibilità, le info e gli "in bocca al lupo" per la tesi.
Per essere precisi riguardo alla mia tesi, essa verte su due argomenti collegati:
il primo riguarda l'utilizzo di un software che, semplificando al massimo, mette a disposizione dei servizi che possono essere utilizzati da altre applicazioni (un servizio potrebbe essere per esempio la richiesta di un file). Io devo realizzare un'applicazione che sfrutti questo software e come esempio di applicazione abbiamo scelto la gestione di una sala multimediale (ecco che qui entra in ballo il secondo argomento, il cinema).
Quello che sto facendo è mettere in collegamento tra loro la parte amministrativa, un data base centrale con n film a disposizione e le singole sale che si occuprenno della visualizzazione.
L'amministrazione decide la programmazione, le sale (gestite da un pc) interrogheranno un database per sapere quale film proiettare, se lo scaricheranno in locale (eseguendo in tempo reale qualunque l'adattamento necessari alla proiezione) e lo visualizzeranno mentre
dall'amministrazione si potrà controllare lo stato di avanzamento del video.
La proiezione per il mio prototipo avvine su un pc a schermo intero utilizzando windows media player!!
Come potete vedere questa è solo un idea totalmente irrealizzabile in pratica per un cinema(magari potrebbe essere fatto in un ambiente domestico dove ognuno sceglie cosa vedere sulla propria
tv). Quello che devo fare è un' introduzione a questo lavoro che spiega come funziona attualmente la proiezione nei multisala e perchè quello che ho fatto è ancora lontano dalla realtà.

Per cominciare alcune domande: quali sono i difetti del digitale rispetto alla pellicola?
mi viene da pensare che il principale ( e unico?) sia la mancanza di risoluzione cioè se proietto un dvd casalingo
con pc e un priettore da 800 euro su uno schermo di una sala cinematografica vedo tanti pixelloni (giusto?).
Ma se ipoteticamente ci fosse un formato video, tale da garantire per
assurdo una qualità video uguale alla pellicola in uno spazio ridotto (diciamo sempre un dvd) e con
risoluzione tale da poter essere proiettato in una sala cinematografica, basterebbe il solito pc da 500 euro
e il solito proiettore da 800 (parlo solo di video e non di sonoro) per fare cinema (senza bisogno degli
attuali apparecchi che immagino costino decine di migliaia di euro?)

Altra problematica è la sicurezza contro la pirateria. Copiare una pellicola non è tanto facile (va proiettata e ripresa con una videocamera e la resa non è molto buona) mentre è banale copiare un supporto digitale.
forse anche questo è un motivo che rallenta lo sviluppo del digitale?

Sarei interessato ad avere qualche dettaglio in più riguardo al sistema (e a sistemi analoghi),introdotto da Nandoplex, che utilizzano hard disk o dvd come supporto per i film. Che formato sono i film che arrivano su HD? che dimenzioni hanno? sono compressi? sono criptati per evitare copiature illecite?
Una volta installato l'hd, viene selezionato un file e lo stream video viene inviato al proiettore prescelto che lo decodifica e lo visualizza (un pò come fanno tutti player per pc) oppure ci sono altri metodi?

Sono stato anche sul sito della Kinoton come suggerito da Andrea e ho visto il loro sistema DIPIT (Digital Pictures in Theatres). Qualcuno lo ha utilizzato e può darmi qualche impressione e qualche notizia sul suo funzionamento ( e anche sistemi simili)?

Per ora mi fermo qui. Come vedete sto sparando domande in qua e in là cercando di farmi un'idea. Quando avrò deciso come organizzare l'intoduzione (ovviamente devo sentire prof e assistenti che mi diranno il taglio migliore da dare all'introduzione per inserirla in una tesi).
qualunque vostra idea osservazione o commento è sempre ben accetta!grazie ancora a tutti!

A presto
Stefano

nandoplex
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Messaggio da nandoplex »

Messaggio inserito da baldows
Per cominciare alcune domande: quali sono i difetti del digitale rispetto alla pellicola? mi viene da pensare che il principale ( e unico?) sia la mancanza di risoluzione cioè se proietto un dvd casalingo con pc e un priettore da 800 euro su uno schermo di una sala cinematografica vedo tanti pixelloni (giusto?).
Giusta ma non solo; vedresti il nero grigio (assenza di contrasto ad alte luminosità) e poca profondità di campo (dovuta, oltre che a quanto sopra) alla profondità di colore che, nei video non D-cinema, è di circa 8 bit a colore contro i 15 del D-cinema.
Ma se ipoteticamente ci fosse un formato video, tale da garantire per assurdo una qualità video uguale alla pellicola in uno spazio ridotto (diciamo sempre un dvd) e con risoluzione tale da poter essere proiettato in una sala cinematografica, basterebbe il solito pc da 500 euro e il solito proiettore da 800 (parlo solo di video e non di sonoro) per fare cinema (senza bisogno degli attuali apparecchi che immagino costino decine di migliaia di euro?)
Molto per assurdo, però. Se aumenti di molto risoluzione e profondità di colore, allora aumenta anche il flusso dati, e il tuo simpatico PC da 500 euro si inchioda immediatamente. Una macchina di questo tipo, prodotta ormai da molti (Dolby, Avica, EVS, Qube, ecc) costa attorno ai 25000 euro. Un proiettore 35 mm costa, nuovo, attorno ai 20000 euro, facendo una media delle caratteristiche dei proj 35 più venduti. Inoltre, per illuminare uno schermo da 18m (dimensione media nel cinema attuale) serve una lampada da 4000-7000W, che costa da sola più del doppio del solo proiettore che citi.
Altra problematica è la sicurezza contro la pirateria. Copiare una pellicola non è tanto facile (va proiettata e ripresa con una videocamera e la resa non è molto buona) mentre è banale copiare un supporto digitale. forse anche questo è un motivo che rallenta lo sviluppo del digitale?
Qua sfondi una porta spalancata. Visto che la fonte principale dei DivX pirata sono i cosiddetti "DVD di cortesia", la pirateria col digitale sarà esattamente quella che è oggi: il film sarà in rete prima di essere al cinema. Comunque, nel D-cinema esiste il cosiddetto Cine-Link che è una protezione antipirateria, ma non vedo a cosa serva ...
Che formato sono i film che arrivano su HD? che dimenzioni hanno? sono compressi? sono criptati per evitare copiature illecite?
MPEG2 con riluttanti prospettive di arrivare a JPEG2000. Compressi con codifica proprietaria (non puoi usare server diversi sullo stesso film!!!!). Una apposita scheda coperta da segreto militare :evil: decodifica lo stream video prima che arrivi al proiettore.

Una piccola aggiunta riguardo al DIPIT: NON si tratta di cinema, si tratta di un sistema di gestione/proiezione di contenuti alternativi (e-cinema, non d-cinema) che consente di utilizzare al meglio i moderni strumenti tecnologici (videoproiettori, PC, interazione con sistemi di biglietteria automatica e automazione proiettori, ecc) ma, tanto per essere chiari, NON è cinema. Simile, anche se non lo conosco a fondo, il Trailergraph di Cinemeccanica.

Marco
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Messaggio da Marco »

credo che il principale problema nella diffusione del digitale non sia la risoluzione o altro...ma il costo...

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Antonio Marcheselli
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Messaggio da Antonio Marcheselli »

Per adesso... Quando l'unica "copia" sarà divisa per centinaia di sale allora sparirà anche quello!!

Cia
A

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Gio
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Messaggio da Gio »

Si, però dovrà anche scendere il costo delle apparecchiature e stabilirsi uno standard preciso, solo allora assisteremo alla diffusione del sistema digitale.

Anche perché a me manca ancora un sondaggio del pubblico; parole a parte, guardando gli incassi del recentissimo (e ancora in programmazione) Star Wars Ep. III mi dicono: la sala in digitale ha incassato di più (parlo dei bollettini della mia agenzia, quindi delle Tre Venezie) ma grazie, solitamente la sala "in digitale" è quella grande e incassa di più con qualsiasi titolo, sia esso in pellicola che in D-Cinema...

Di "piccoli" con un impianto digitale ne conosco solo uno che evidentemente ha compiuto lo sforzo per contrastare il grosso multiplex che si trova a pochi chilometri e che pubblicizza appunto il nuovo sistema.

Giovanni Zampieri
La petite Lumière cinemultisala - Belluno
www.cinemalumiere.it

giorgio
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Messaggio da giorgio »

quando lavoravo al cinema Quirinetta, il proprietario, che aveva in cabina una coppia di splendidi proiettori cinemeccanica victoria 8 automatici, acquisto' ad un certo punto il kit per proiettare il 70mm, e installo' l'allora all'avanguardia Dolby Cp 200 con riduttore di rumore Dolby SR. Di 70mm ne abbiamo (ho) proiettati un paio, in privato ad alcuni amici del proprietario, e niente piu... pero' il proprietario, furbescamente, fece preparare un pannello di plexiglass bianco con scritta la dotazione del cinema (2 sub electrovoice, 10 altoparlanti surround anch'essi dell'electrovoice etc etc) dando risalto al fatto che c'erano anche i 2 proiettori 35/70. La gente, uscendo, guardava il cartello ed esclamava "ecco perche' si vede e si sente bene: proiettano in 70mm!!!!"
la pubblicita' non fu poca... ma noi abbiamo proiettato al pubblico solo 35mm!!!

secondo me, anche se questi cinema proiettano in pellicola, la gente sara' convinta di aver visto il film bene perche' fuori c'e' scritto che hanno messo il proiettore digitale...

una curiosita'... pur essendo chiuso da qualche anno, se passate davanti al cinema quirinetta (via marco minghetti, una traversa di via del corso) e sbirciate all'interno, potete vedere il cartellone... fino a poco tempo fa era ancora li...

Andrea Rescigno
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Messaggio da Andrea Rescigno »

Messaggio inserito da nandoplex

Giusta ma non solo; vedresti il nero grigio (assenza di contrasto ad alte luminosità) e poca profondità di campo (dovuta, oltre che a quanto sopra) alla profondità di colore che, nei video non D-cinema, è di circa 8 bit a colore contro i 15 del D-cinema.
Ti devo correggere ancora (ce l'ho con te :twisted:): la profondià di campo non ha alcun rapporto con la profondità di colore. Anzi, il problema dei video (e film) girati con telecamere HD con sensori da 2/3" è proprio che di profondità di campo ce n'è troppa!

Per la quantizzazione del video digitale, il Digital Betacam e il D5 sono a 10 bit, tutti gli altri formati a definizione standard sono a 8 bit.


Andrea

nandoplex
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Messaggio da nandoplex »

Io ADORO essere corretto da te! Continuo a non capire, e chiedo lumi a te e a chi come te ha grande esperienza sulla stampa delle pellicole (penso a Ugo, ma chiunque si senta chiamato in causa è benvenuto). Premetto che ho esposto i miei dubbi in un altro thread, in cui mi hai risposto che il problema della "piattezza" dell'immagine digitale dipende dal processo di digitalizzazione.

Ora, fatemi/ci un po' di chiarezza (andiamo OT, pazienza?): la profondità di campo, la tridimensionalità, la matericità della pellicola da cosa dipendono? contrasto e risoluzione? piani diversi (micrometricamente) di focalizzazione? o davvero, solo da un errore qualitativo in fase di digitalizzazione?

E già che ci siamo, mi consigliate un testo sacro sulla fotografia per evitare strafalcioni ;)?

Suppongo che nell'ultima riga della tua risposta, Andrea, tu esprima solo un dato di fatto attuale; sai benissimo che i proiettori digitali hanno 45 bit di profondità colore.

Andrea Rescigno
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Messaggio da Andrea Rescigno »

Messaggio inserito da nandoplex
Ora, fatemi/ci un po' di chiarezza (andiamo OT, pazienza?): la profondità di campo, la tridimensionalità, la matericità della pellicola da cosa dipendono? contrasto e risoluzione? piani diversi (micrometricamente) di focalizzazione? o davvero, solo da un errore qualitativo in fase di digitalizzazione?
Ok, te lo sei voluto, e beccati 'sto post decisamente sovrappeso (ma tanto lo sono anch'io, quindi è adeguato :D)

Per prima cosa, definiamo cosa si intende per "cinema digitale". Se si intende un cinema (inteso come produzione e visione di filmati) in cui le immagini vengono rappresentate in formato digitale in un qualsiasi punto della catena produttiva, allora praticamente tutti i film sono digitali.

Questo perché oggi si tende ad utilizzare quasi sempre il digital intermediate e gli effetti invisibili.

Il digital intermediate (DI) è quel procedimento che prevede la conversione in digitale mediante scansione dell'intero negativo A (cioè il negativo di macchina che contiene i ciak validi, quello, per capirci, che un tempo si stampava per ottenere i giornalieri), seguito dalla correzione colore al computer delle sequenze montate, e infine dal riversamento su interpositivo mediante film recorder. Durante questo procedimento vengono anche integrate le sequenze generate in tutto o in parte al computer, inclusi gli effetti invisibili, che non sono altro che immagini elaborate al computer per ottenere un risultato che si sarebbe potuto ottenere benissimo dal vero ma che si è scelto di realizzare elettronicamente per motivi economici o pratici. Esempi classici sono l'estensione dei set (costruisci tre o quattro capanne del villaggio medioevale e ne aggiungi un centinaio al computer), la creazione di folle di persone (non si usano più le migliaia di comparse che si usavano un tempo), aggiunta dell'effetto notte, e così via. Si chiamano "effetti invisibili" proprio perché chi guarda il film non si accorge che si tratta di immagini generate al computer e non di riprese dal vero, e sono estremamente comuni, anche nei film italiani.

A parte pochi casi, il DI viene realizzato a risoluzione 2K che, nel caso del Super35, corrisponde ad un fotogramma 2048x1556. Da questo si estrae una striscia 2.35:1, pari quindi ad una risoluzione di circa 2048x872 punti, e la si ridimensiona per ottenere il fotogramma 1.15:1 con compressione orizzontale 2X che verrà poi stampato sul positivo. Per ragioni storiche, il formato utilizzato da scanner e film recorder è il Cineon della Kodak, che prevede una quantizzazione logaritmica a 10 bit per canale. Senza entrare troppo nei dettagli, questo significa che l'immagine è sostanzialmente equivalente ad un'immagine lineare a 12 bit per canale;
quindi, quello che si vede sullo schermo del cinema è un'immagine 2048x872 a 36 bit di profondità di colore.

Scommetto che molti non se lo sarebbero mai aspettato,vero? ;) Eppure è così.

La cosa divertente (?) è che, contrariamente a quanto accadeva con i film girati con ottiche anamorfiche, un positivo in flat contiene _più_ informazione di uno in scope. Infatti, in questo caso, l'estrazione dal Super35 è circa 2048x1107 pixel, perché il fotogramma è più alto. Meraviglie del progresso!

Voglio anche aggiungere che non è obbligatorio girare in Super35 per fare poi il DI, si può anche girare in anamorfico, solo che non lo fa quasi più nessuno. Inoltre, è probabile che nel prossimo futuro si passi al 4K, perché ormai la tecnologia è abbastanza avanzata da permettere di lavorare a tale risoluzione in modo abbastanza semplice ed economico. La situazione attuale, però, è quella che ho descritto. Prima che me lo chiediate, film come la trilogia de Il signore degli anelli, Star Wars Ep.I, Titanic, ecc. sono tutti a 2K.

Detto questo, perché un film ripreso in digitale è inferiore (o, quanto meno, molto diverso) da uno girato in pellicola? Per una ragione molto semplice: le telecamere utilizzate. Notare che ho scritto "telecamere" e non "cineprese" per un motivo ben preciso: le telecamere usate attualmente sono semplici evoluzioni delle classiche telecamere TV (anche la Viper lo è), cosa che ha profonde implicazioni sulle immagini ottenute. Non a caso, Panavision e Arri stanno rendendo disponibili le prime, vere, cineprese digitali, pensate proprio per risolvere i problemi che ora descriverò.

Segue...


Andrea

nandoplex
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Messaggio da nandoplex »

[:50]

Mi sto dando da fare

Aspettiamo con ansia la seconda puntata (la terza, la quarta...)

:D:D:D:D

Andrea Rescigno
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Messaggio da Andrea Rescigno »

Ecco la seconda razione 8)

I modi per controllare l'aspetto dell'immagine fotografica e cinematografica (immagine sempre bidimensionale) sono sostanzialmente tre:

1) La messa a fuoco (in particolare, il rapporto tra le zone a fuoco e quelle sfocate);
2) I rapporti dimensionali tra gli elementi dell'inquadratura;
3) La luce (intesa anche come qualità cromatiche degli oggetti).

Il sistema fotografico ideale è quello che non pone limiti all'applicazione di questi tre mezzi espressivi, ma, dato che un sistema ideale non esiste, i limiti ci sono eccome. Cambiano però a seconda del sistema impiegato, e, in pratica, ne determinano la qualità. In altre parole: se un sistema è intrinsecamente limitato, anche il miglior artista avrà difficoltà a realizzare le sue idee, o comunque dovrà adattarle in modo da aggirare queste limitazioni.

Oggi le riprese effettuate con telecamere digitali sono oggettivamente più limitate di quelle realizzate con le cineprese a pellicola, mentre per la fotografia (immagini fisse) è vero il contrario, perché le reflex digitali di ultima generazione (e i dorsi digitali per gli apparecchi di medio formato) offrono una qualità maggiore sotto tutti i punti di vista rispetto alla pellicola.

Vediamo perché, iniziando dal punto 1).

Nel seguito darò per scontato che la regola di Scheimpflug sia rispettata (dice che il piano della pellicola, il piano dell'ottica e il piano del soggetto devono intersecarsi lungo la stessa retta) e per "piano dell'ottica" intendo il piano normale all'asse ottico che contiene il punto nodale posteriore dell'ottica stessa.

Per "focale dell'obiettivo" si intende semplicemente la distanza tra il piano dell'ottica e il punto in cui vengono messi a fuoco gli oggetti posti all'infinito: in altre parole, se ad esempio l'obiettivo è un 50mm e la pellicola è posta a 50mm dal piano dell'ottica, verranno riprodotti a fuoco i punti del soggetto posti all'infinito. Ora, però, mentre nel caso ideale i punti a fuoco vengono riprodotti come punti matematici (di diametro nullo), in realtà una pellicola o un sensore non possono riprodurre punti di questo tipo, perciò è necessario stabilire cosa si intende per "a fuoco". Lo si fa col concetto di cerchio di confusione (CoC, Circle of Confusion in inglese). Il cerchio di confusione non è altro che il diametro dei cerchi che riproducono i punti considerati a fuoco. La misura del diametro è stabilita convenzionalmente e varia a seconda del formato del fotogramma. Il motivo è che più il fotogramma è piccolo e più deve essere ingrandito per ottenere una stampa utilizzabile (tutti questi concetti vengono dalla fotografia classica su carta), perciò, ad esempio, per il 35mm si ha un CoC di 0.025mm e per il 6x4.5 si ha un CoC di 0.043mm. La formula classica (detta formula Zeiss) dice che il CoC è pari alla diagonale del fotogramma (in mm) diviso 1730. Per il cinema vale lo stesso: un 65mm ha un CoC minore, perché viene ingrandito meno di un 35mm, a parità di schermo.

La profondità di campo non è altro che la zona, misurata lungo l'asse ottico, che comprende tutti i punti del soggetto che vengono riprodotti a fuoco. Ora, a parità di distanza di messa a fuoco e di CoC, la profondità di campo è tanto maggiore quanto minore è la focale dell'obiettivo e tanto maggiore quanto minore è l'apertura dell'obiettivo stesso (per essere più precisi & concisi, si può dire che la profondità di campo è inversamente proporzionale alla focale e all'apertura dell'obiettivo).

C'è poi il campo visivo (FoV, Field of Vision in inglese), che indica l'angolo abbracciato da un dato obiettivo. Il campo visivo cambia a seconda del formato del fotogramma, e questo è il motivo per cui, ad esempio, un 50mm è considerato una focale normale per il 35mm, un grandangolo per il 6x6 e un teleobiettivo per il 16mm. In altre parole, se si vuole mantenere lo stesso campo visivo, occorre utilizzare una focale più corta via via che diminuiscono le dimensioni del fotogramma.

Tutto questo per arrivare alla conclusione che, in sostanza, a parità di inquadratura, minore è la dimensione del fotogramma e maggiore è la profondità di campo.

Ora, tutte le telecamere ad alta definizione attualmente impiegate hanno un sistema ottico che utilizza un prisma separatore e tre sensori CCD da 2/3" (cioè ciascun sensore ha dimensioni tali da essere inscritto in un cerchio di 2/3" di diametro). Questo è lo stesso sistema ottico delle telecamere professionali a definizione standard, solo che i sensori utilizzati per l'HD hanno un numero maggiore di siti (un sito è l'elemento del CCD che assorbe la luce e la converte in cariche elettriche, e, in un sistema a tre sensori, ciascun sito corrisponde ad un pixel dell'immagine finita). Il fatto di avere molti più siti in un sensore delle stesse dimensioni ha implicazioni nefaste per quanto riguarda il terzo punto dell'elenco che ho fatto all'inizio, ma ne parlerò in seguito (se nessuno mi fa fuori prima :D).

Quindi l'immagine fornita da queste camere appare piatta perché praticamente tutta a fuoco. La possibilità di scegliere con cura la profondità di campo (e la zona di messa a fuoco) desiderata è talmente importante dal punto di vista artistico da rendere il problema molto serio (talmente serio che Panavision e Arri hanno progettato le loro cineprese digitali con un singolo sensore delle stesse dimensioni del fotogramma Super35 proprio per risolvere questo problema e permettere di utilizzare le stesse ottiche usate con le cineprese a pellicola ottenendo un'immagine con le medesime caratteristiche).

Per ridurre la profondità di campo si può aprire il diaframma o usare un'ottica di lunghezza focale maggiore. La variazione di lunghezza focale ha implicazioni profonde per quel che riguarda il secondo punto del mio elenco, e ne parlerò in seguito (sempre se nessuno mi fa fuori prima :D), ma per quanto riguarda il diaframma c'è un problema serio, ed è il bokeh.
Il bokeh (è un termine giapponese) indica la qualità della resa delle zone fuori fuoco. Idealmente tali zone dovrebbero essere composte da elementi perfettamente fusi tra loro, senza contorni netti, che mantengono però le caratteristiche cromatiche e geometriche che hanno quando sono resi perfettamente a fuoco. A causa della presenza del prisma separatore, che introduce aberrazioni soprattutto cromatiche molto difficili da controllare e che peggiorano rapidamente all'aumentare dell'apertura del diaframma, il bokeh è molto mediocre anche utilizzando i nuovi obiettivi specifici per l'alta definizione. Occorre utilizzare particolari accorgimenti per avere risultati di qualità accettabile, e questo limita la libertà espressiva in modo grave.
Incidentalmente, il bokeh è abbastanza importante da giustificare l'esistenza di obiettivi con una regolazione della correzione dell'aberrazione sferica (è da questa che dipende il bokeh) in modo da poter scegliere di volta in volta il risultato migliore. Che io sappia, non ne esistono per telecamere (e comunque, vista la paritcolarità degli obiettivi per il sistema a prisma, dubito che la cosa funzionerebbe).

Il problema delle piccole dimensioni del fotogramma esiste anche per le riprese in 16mm (molto usato per le produzioni TV in Europa), ma l'assenza del prisma e l'uso di obiettivi con schema ottico standard rendono meno grave il problema (si può aprire molto il diaframma senza troppi inconvenienti). E del resto, se in USA girano in 35mm anche gli spot, ci sarà pure un motivo...

Tutto questo può sembrare una ricerca esasperata dei particolari, ma bisogna tener presente che sono proprio i particolari che possono trasformare un'immagine mediocre in una buona immagine, e vi posso assicurare che i bravi fotografi (e direttori della fotografia) non lasciano mai nulla al caso, e che le loro immagini sono così belle proprio grazie alla cura posta anche nei più piccoli dettagli.

Segue...

Andrea

dan
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Messaggio da dan »

Interessantissimi questi post, grazie Andrea. [:264]
Messaggio inserito da Andrea Rescigno
in un sistema a tre sensori, ciascun sito corrisponde ad un pixel dell'immagine finita
E in un sistema con un solo sensore (che pensandoci un attimo non ho idea di come possa funzionare) un sito a cosa corrisponde?

Tanto per farmi un'idea poi, tu hai idea di quali siano i "dati" dell'occhio umano? Intendo focale, dimensioni della retina, dimensioni della pupilla... Abbiamo una profondità di campo elevata o ridotta?

Ciao,
Daniele --- Free your mind

Andrea Rescigno
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Messaggio da Andrea Rescigno »

Messaggio inserito da dan
E in un sistema con un solo sensore (che pensandoci un attimo non ho idea di come possa funzionare) un sito a cosa corrisponde?
Bella domanda :)

Con un singolo sensore si utilizza il cosiddetto CFA (Color Filter Array), che non è altro che un mosaico composto di tanti filtri colorati sovrapposto al sensore in modo che ogni filtro corrisponda ad uno dei siti del sensore. Così ciascun sito diventa sensibile alla luce di un singolo colore (quelli che si trovano sotto ai filtri rossi registrano la componente rossa dell'immagine, quelli che si trovano sotto ai quadratini verdi quella verde e quelli che si trovano sotto ai quadratini blu quella blu).

Nel caso del mosaico Bayer (è il nome del tipo che l'ha inventato) i colori di un blocchetto 2x2 di siti sono, iniziando dall'angolo in alto a sinistra e andando in senso orario, verde (G), rosso (R), verde (G), blu (B).

Il sensore appare quindi così:

... GRGRGRGRGRGRGR ...
... BGBGBGBGBGBGBG ...
... GRGRGRGRGRGRGR ...
... BGBGBGBGBGBGBG ...
eccetera

Non è un caso che il verde compaia due volte: in questo modo, hai il doppio dei punti verdi rispetto ai rossi e ai blu, e questo rende un'immagine migliore, perché l'occhio umano è più sensibile al verde rispetto agli altri colori. In altre parole, se, avendo a disposizione una data quantità di informazione, ne usi una parte maggiore per il verde, l'immagine apparirà migliore rispetto ad un'altra che distribuisce la stessa quantità di informazione in modo uguale per i tre colori.

Ora, l'immagine fornita da un sensore CFA appare verdastra e sgranata. Per ricavare l'immagine reale occorre fare un'operazione chiamata "de-mosaico", che consiste nel ricavare ogni pixel a partire da un certo numero di siti del sensore. In pratica, ad ogni sito viene assegnato un peso (una costante matematica moltiplicata per il valore di luminosità del sito stesso)e dalla somma dei valori di un blocco 4x4 o 6x6 si ottengono le tre componenti RGB di un singolo pixel dell'immagine. Poi ci si sposta di un sito e si ripete il procedimento per ricavare un nuovo pixel, e così via fino ad ottenere l'immagine completa.

L'immagine finale è formata da un numero di pixel pari ai siti del sensore, ma non c'è corrispondenza tra pixel e siti, perché ogni pixel è ricavato da più siti e ciascun sito viene utilizzato per più pixel.

Chiaro? :)
Tanto per farmi un'idea poi, tu hai idea di quali siano i "dati" dell'occhio umano? Intendo focale, dimensioni della retina, dimensioni della pupilla... Abbiamo una profondità di campo elevata o ridotta?
Qui c'è quasi tutto:

http://www.4colorvision.com/standeye.htm


Andrea

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