Curiosando : accenditore per lampade xenon
Inviato: ven ago 03, 2007 11:39 pm
Tutti conosciamo la lampada allo xenon contenuta nella lanterna del nostro proiettore. Almeno una volta ci è capitato di vederla dal vero. Montata orizzontalmente o verticalmente che sia, più o meno si somigliano tuttte. Esse sono lampade short-arc, ovvero ad arco corto. Hanno due elettrodi a forma di punta : uno grosso e tozzo (anodo) collegato al polo positivo ed uno più sottile e più esile (catodo) collegato al polo negativo.
Ma non furono sempre così: quando apparvero queste lampade avevano tre elettrodi: Uno sempre grosso e tozzo (anodo) collegato al positivo, uno più sottile ed esile (catodo) collegato al polo negativo ed un terzo, obliquo, ancora più sottile ed esile del catodo : l’ igniter. Questo terzo elettrodo era collegato al sistema di accensione.
Ecco una foto di una di tali lampade:
THORN : lampada xenon 2500 W a tre elettrodi
Elettrodo che, dentro l’ampolla, terminava molto vicino al catodo. Il sistema di accensione provvedeva a far scoccare una scintilla tra l’igniter e il catodo. Tale scintilla, o se preferiamo scarica, tramite un fenomeno detto salto di livello energetico, produceva una forte ionizzazione del gas nobile XENON contenuto a forte pressione dentro l’ampolla, realizzata in uno speciale vetro al quarzo. Dopo qualche istante sia la temperatura del gas tra i due elettrodi (catodo ed igniter) che il suo valore di rigidità dielettrica erano tali che si innescava l’arco principale tra anodo e catodo e la lampada era accesa.
In seguito vennero modificate, il terzo elettrodo scomparve e si arrivò a quelle attuali, molto più efficienti e molto più pratiche nell’uso. La forma degli elettrodi e’ stata leggermente modificata ed il catodo ha avuto pure lui una punta più “massiccia”. Infatti due elettrodi puntiformi sono l’ideale per far scoccare scintille (pensiamo per un momento all’elettrodo denomitao “candela” sui motori a benzina).
Anche il sistema di accensione è stato rivisto e rifatto, ma fondalmente oggi come ieri si accendono mediante una “scarica” ad alta tensione. Chi provvede a ciò è un dispositivo elettrico o elettronico denominato accenditore. Che sia posto dentro o fuori della lanterna poco importa: è lui che, mediante la pressione di un pulsante o comandato autonomamente dal sistema automatico dell’impianto di proiezione, fa accendere la lampada del proiettore.
Anche questo dispositivo lo conosciamo, ci sarà capitata l’occasione di avere la lanterna aperta e di averlo visto. Magari qualcuno ci ha pure “messo le mani” per varie ragioni.
Come accennato, di questi dispositivi ne esistono molti tipi, fatti in vario modo e di diverse potenze, adatti ognuno ad un certo tipo di lampada o ad una certa gamma di lampade. E questa volta andiamo a curiosare proprio su questo dispositivo: l’accenditore.
L’accenditore preso in esame è un accenditore generico a scarica, di tipo elettrico. Eccolo:
Classico accenditore per lampade xenon a due elettrodi
E qui una vista laterale:
Ed ora identifichiamone le parti :
invero le parti che lo compongono non sono molte:
tra le due punte metalliche dello scintillatore avviene la “scarica” in alta tensione
Primo piano dello scintillatore all'interno del foro centrale si vedono le punte degli elettrodi
Tanto per renderci conto con quale potenziale elettrico si ha a che fare durante la scarica di accensione della lampada, ovvero la tensione in grado di essere erogata dall’accenditore, lascio parlare questa foto:
Primo piano del condensatore ad alta tensione 1000 pF 20 KV
Seguendo il percorso dei fili elettrici e riportando il simbolo dei componenti usati, si può tranquillamente tracciare lo schema di questo accenditore:
ciao - alvaro
Ma non furono sempre così: quando apparvero queste lampade avevano tre elettrodi: Uno sempre grosso e tozzo (anodo) collegato al positivo, uno più sottile ed esile (catodo) collegato al polo negativo ed un terzo, obliquo, ancora più sottile ed esile del catodo : l’ igniter. Questo terzo elettrodo era collegato al sistema di accensione.
Ecco una foto di una di tali lampade:
THORN : lampada xenon 2500 W a tre elettrodi
Elettrodo che, dentro l’ampolla, terminava molto vicino al catodo. Il sistema di accensione provvedeva a far scoccare una scintilla tra l’igniter e il catodo. Tale scintilla, o se preferiamo scarica, tramite un fenomeno detto salto di livello energetico, produceva una forte ionizzazione del gas nobile XENON contenuto a forte pressione dentro l’ampolla, realizzata in uno speciale vetro al quarzo. Dopo qualche istante sia la temperatura del gas tra i due elettrodi (catodo ed igniter) che il suo valore di rigidità dielettrica erano tali che si innescava l’arco principale tra anodo e catodo e la lampada era accesa.
In seguito vennero modificate, il terzo elettrodo scomparve e si arrivò a quelle attuali, molto più efficienti e molto più pratiche nell’uso. La forma degli elettrodi e’ stata leggermente modificata ed il catodo ha avuto pure lui una punta più “massiccia”. Infatti due elettrodi puntiformi sono l’ideale per far scoccare scintille (pensiamo per un momento all’elettrodo denomitao “candela” sui motori a benzina).
Anche il sistema di accensione è stato rivisto e rifatto, ma fondalmente oggi come ieri si accendono mediante una “scarica” ad alta tensione. Chi provvede a ciò è un dispositivo elettrico o elettronico denominato accenditore. Che sia posto dentro o fuori della lanterna poco importa: è lui che, mediante la pressione di un pulsante o comandato autonomamente dal sistema automatico dell’impianto di proiezione, fa accendere la lampada del proiettore.
Anche questo dispositivo lo conosciamo, ci sarà capitata l’occasione di avere la lanterna aperta e di averlo visto. Magari qualcuno ci ha pure “messo le mani” per varie ragioni.
Come accennato, di questi dispositivi ne esistono molti tipi, fatti in vario modo e di diverse potenze, adatti ognuno ad un certo tipo di lampada o ad una certa gamma di lampade. E questa volta andiamo a curiosare proprio su questo dispositivo: l’accenditore.
L’accenditore preso in esame è un accenditore generico a scarica, di tipo elettrico. Eccolo:
Classico accenditore per lampade xenon a due elettrodi
E qui una vista laterale:
Ed ora identifichiamone le parti :
invero le parti che lo compongono non sono molte:
tra le due punte metalliche dello scintillatore avviene la “scarica” in alta tensione
Primo piano dello scintillatore all'interno del foro centrale si vedono le punte degli elettrodi
Tanto per renderci conto con quale potenziale elettrico si ha a che fare durante la scarica di accensione della lampada, ovvero la tensione in grado di essere erogata dall’accenditore, lascio parlare questa foto:
Primo piano del condensatore ad alta tensione 1000 pF 20 KV
Seguendo il percorso dei fili elettrici e riportando il simbolo dei componenti usati, si può tranquillamente tracciare lo schema di questo accenditore:
ciao - alvaro