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Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: gio ott 30, 2008 10:02 pm
da Antonio Marcheselli
Carissimi

Più volte in passato ho saputo di utenti che hanno avuto problemi con il proprio lavoro solo perché scrivevano su questo forum.
Nonostante qui non sia consentito insultare o calunniare nessuno, evidentemente qualche direzione teme che questo forum possa in qualche modo essere una minaccia... ma a che cosa?

Ora mi è giunta notizia di un altro utente che, vista la mala parata al lavoro, mi ha chiesto di cancellare i suoi messaggi dal forum. E nonostante ciò la direzione pare si stia muovendo per individuare questo "elemento di pensiero indipendente" (un po' come l'allarme "pensiero indipendente" nell'ufficio del direttore Skinner ne "I Simpson") e agire di conseguenza (ma in che modo??).

Trovo semplicemente disgustoso che il proprio datore di lavoro possa anche solo pensare di "perseguitare" un lavoratore solo perché scrive le sue opinioni su questo forum, condivide le sue esperienze, incontra colleghi. Perché non interessa magari se discutendo si migliorano le proprie conoscenze, si migliora il proprio lavoro e ci si appassiona a quello che si fa: l'importante è che il dipendente rimanga ignorante e non faccia richieste - spesso lecite.

Forse ha ragione Beppe Grillo: la rete spaventa per la sua libertà, per il fatto di non essere controllabile, censurabile.

Da parte mia la mia più grande disapprovazione per quello che, secondo quello che mi viene riferito, accade/è accaduto per qualche utente di questo forum.

Antonio Marcheselli

Re: Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: ven ott 31, 2008 12:54 pm
da anonimo_11
Caro Antonio,
mi riempie di gioia questo tuo intervento che finalmente ti vede un po' più deciso e schierato contro le vessazioni a cui siamo sottoposti da troppo tempo come lavoratori e come persone. Il mio parere è che la maggior parte della responsabilità di questa situazione sia da imputare ai quadri intermedi di comando (direttori, vicedirettori, capi settore) che pur di appuntarsi medaglie sotto lo sguardo delle aziende compiacenti minacciano, reprimono e rendono la vita impossibile alla maggior parte dei lavoratori in cambio della possibilità di far carriera sulle spalle dei più deboli.
Invito chiunque venga minacciato semplicemente per aver espresso le proprie opinioni o peggio ancora abbia subito provvedimenti e sanzioni disciplinari a rivolgersi con la massima fiducia alle forze dell'ordine. Per attuale esperienza personale posso garantirvi che troverete delle persone preparate e disponibili ad ascoltare ogni problema ed indirizzarvi nella giusta direzione se ci fossero gli estremi per una denuncia o per un'azione legale. Ricordatevi che la maggior parte delle minacce fatte dal datore di lavoro o dai suoi rappresentanti verso il lavoratore sono soltanto dei tentativi di bluff che purtroppo spesso vanno a buon fine per la giovane età e per l'inesperienza di chi ne è bersaglio. Le cose importanti, quando si parla in luogo pubblico della propria azienda sono le seguenti: non utilizzare mai parole offensive, non divulgare mai dati aziendali che riguardino la sfera di applicazione della legge sulla privacy, non indicare mai esplicitamente le generalità di alcuna persona senza il suo consenso scritto. A proposito del dilagante fenomeno di mobbing nei nostri posti di lavoro vi invito a consultare il seguente link: http://www.helpmobbing.it/come_difendersi.html#1
Nel caso in cui riconosceste certi comportamenti nei vostri confronti da parte di colleghi o superiori riconducibili ad episodi di mobbing vi invito caldamente a rivolgervi ai dipartimenti di vigilanza ed ispettorato dell'INAIL della vostra zona di competenza che gratuitamente potranno fornirvi tutte le indicazioni in merito alla vostra situazione e, nel caso, procedere contro le persone o le aziende responsabili di tali illegali comportamenti.
Autorizzo fino da ora Antonio Marcheselli a fornire a tutti coloro che lo necessitino il mio indirizzo di posta elettronica per eventuali consigli e chiarimenti.
Non abbiate mai paura di nessuno e fate sempre rispettare i vostri diritti e quelli dei vostri colleghi, soltanto così questa società può cominciare ad uscire dalla barbarie in cui è caduta ed iniziare a definirsi civile.
Buona giornata e buon lavoro a tutti.

Anonimo_11

Re: Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: ven ott 31, 2008 2:40 pm
da Anus69
Concordo pienamente con Marco

Re: Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: ven ott 31, 2008 8:35 pm
da Ezechiele25-17
Concordiamo tutti con quanto detto da Antonio e marco e sottoscritto da Anus

Ezechiele25-17

Re: Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: gio nov 20, 2008 10:03 pm
da Alvaro
Premetto che non voglio attaccare / criticare NESSUNO.

Vorrei solamente esprimere la mia idea su questo “modus operandi”.

Personalmente credo che la radice di tale situazione sia di origine ancestrale e si possa identificare e ricondurre al detto latino “ VERBA VOLAT AUT SCRIPTA MANENT “. (Le parole volano mentre lo scritto permane)

Con l’avvento delle nuove tecnologie ed il capillare diffondersi dei collegamenti alla rete Internet, le distanze e le barriere tra / fra gli interlocutori si sono drasticamente ridotte e sono, parimenti, aumentate le potenzialità di diffusione del pensiero, ossia della comunicazione. Dato che oggigiorno viviamo in un’era tecnologica in cui quando abbiamo bisogno di reperire informazioni o altro ci si rivolge alla telematica, è cosa naturale e inscindibile conseguenza che il web offra anche spazi (come questo Forum) che permettano il libero confronto e scambio di idee, opinioni, fatti e … perché no: anche misfatti.

E’ noto e risaputo che sulla rete si trova proprio quasi di tutto e di più.

Per chiarire il mio pensiero ed il mio ragionamento prendiamo ad esempio un gruppo di individui che intendano confrontarsi sulle loro esperienze.

a) lo fanno a porte chiuse: loro e solo loro sapranno quello che si sono detti
b) lo fanno a porte aperte, magari in un amichevole incontro in un bar, comodamente seduti al tavolino con davanti la consumazione. Loro parlano delle loro cose e sanno quello che si dicono, ma il bar è frequentato da altri occasionali avventori che, volontariamente o involontariamente, possono sentire quello che gruppo sta dicendo. Oltre loro anche qualcun altro, seppure casualmente, viene a conoscenza dell’argomento.
c) Dopo aver discusso stilano un manifesto e lo affiggono: verranno a conoscenza della cosa tutti coloro che lo leggeranno
d) Partecipano ad un summit: tutti i partecipanti saranno a conoscenza dell’argomento ed all’evento verrà data la massima divulgazione.
e) Si confrontano in uno spazio web: un Forum. Tutto il mondo ne verrà a conoscenza.

Quindi, come si nota, a seconda del metodo scelto per discutere un argomento aumenta il numero delle persone che possono venir coinvolte.

Quando poi si tratta di uno spazio web, basta digitare l’indirizzo ed eccolo accessibile a tutti.
Più volte io stesso ho affermato su questo forum che in pochi scriviamo in molti leggono / possono leggere.
Un forum, a qualunque titolo, è uno spazio dedicato su cui esprimersi e confrontarsi sia per migliorare se stessi che il proprio lavoro e/o altro; è uno spazio in cui civilmente assai di rado incivilmente) si partecipa discutendo più o meno animatamente una cosa o sostenendo più o meno fortemente una o un’altra posizione (quando poi la discussione degenera intervengono i moderatori); è fondamentalmente un punto di incontro e ritrovo, alla stessa stregua di come lo potrebbe essere una tavolata di amici in cui le distanze, chilometricamente parlando, sono ridotte alla semplice pressione di un tasto.

E’ ovvio, dato che è il modo implicito di funzionamento, che in un forum si scrive, si attende la risposta e poi semmai si replica, ma sono sempre parole scritte, talvolta accompagnate da immagini per facilitare la comprensione in modo visivo di quanto esposto.

Ognuno di noi può avere, anzi avrà, il timore di commettere un’azione (reale o verbale che sia) per la quale poi venire pubblicamente criticato. Proprio per questo un forum o un blog possono incutere più timore , possono infondere una paura superiore di essere pubblicamente criticati e di essere poi alla portata di un click.

Si deve però anche tenere presente che non ci si può nascondere alle/dalle proprie colpe, non si può fare una cosa seppure in buona fede e poi voltarsi e lasciarcela alle spalle come se nulla fosse accaduto. Ora più che mai il web offre la possibilità di poter portare a conoscenza di tutti determinati fatti, angherie, situazioni personali / particolari, imposte / subite, ecc. ecc. chi più ne ha più ne metta. (vedasi gli ultimi fatti inerenti il caso di richiesta di eutanasia in cui in alcuni siti c’è / c’era la possibilità di esprimere pubblicamente la propria opinione)

Proprio questo timore può talune volte generare ed indurre determinati comportamenti da parte di determinati individui. Una recondita paura che vengano scoperti i famosi “ altarini “. Non siamo più negli oscuri anni del medioevo in cui uno poteva gridare quanto voleva ma era sempre alla mercede del signore di quel luogo il quale poteva di vita e morte: siamo in un’epoca in cui si costruisce a momenti più con le parole che con i fatti.

Io credo e ritengo che il dialogo sia invece la base per migliorare o, perlomeno tentare di migliorare, una certa situazione. Se un Forum permette di poter confrontare e discutere civilmente e lealmente varie tematiche, tecniche, morali, legali, e quant’altro si voglia, sempre nel rispetto dell’interlocutore e dell’altrui liberà di manifestazione del proprio pensiero; quando non denigra e non offende; ma anzi propone e soprattutto offre la possibilità di dibattere certi argomenti, non vedo perché debbano essere i soliti “quattro gatti” a scrivere con il rischio di fare la “fine del topo” e non ci sia invece, come sarebbe auspicabile, l’intervento di un maggior numero di interlocutori. Se uno spazio web può incutere il timore di finirci sopra per una causa negativa, altrettanto deve infondere la sicurezza e la certezza che un confronto serio e leale può solo portare ad esiti positivi. Un grido lanciato in internet si trascina dietro sempre una eco poderosa. Per quanto riguarda l’etica, Antonio e Marco sono stati esaurienti.

Re: Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: ven nov 21, 2008 1:31 am
da Antonio Marcheselli
Ma sì, è tutto chiaro per tutti, anche per le direzioni che vorrebbero invece che le cose fossero come all'età della pietra: ignoranza è potere.

Se il dipendente non sa, non chiede, non esige, non pretende. E quindi si perseguitano quei timidi tentativi di informarsi, di diffondere. Del resto capisco bene chi si espone: anche se in Italia le leggi dovrebbero essere a tutela del lavoratore, poi il modo di fare qualcosa volendo l'azienda lo trova sempre.

A mio avviso questo accade primariamente per il solito motivo di sempre: la professionalità è svalutata dalla brutta abitudine Italiana di non esigere niente, il datore di lavoro quindi può permettersi di perdere personale valido, tanto "non cambia niente, nessuno si lamenta mai".

Se vi fosse una cultura diversa nel nostro popolo, un datore di lavoro si guarderebbe bene dal minacciare, bensì accetterebbe le critiche e tenterebbe una mediazione, visto che chi ha fatto le critiche - i lavoratori - sono le persone che alla fine consentono al datore di lavoro di portare a casa l'incasso serale.
Ma se la professionalità non è più vista come un valore aggiunto, allora a che pro mediare, concedere... Se ne trova un altro meno bizzoso e via.

Io resto dell'idea che la madre di tutti i mali sia la nostra "bocca buona" a tutto quello che ci viene propinato, più o meno in tutti i settori merceologici.

Grazie Alvaro, i tuoi post sono sempre interessanti.

Ciao
A

Re: Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: lun nov 24, 2008 4:26 pm
da GM
Ciao,
concordo pienamente con Antonio e Marco.

Re: Lettera aperta alle direzioni dei cinema

Inviato: gio mar 31, 2016 10:54 am
da OdeonBRK
Ah, ora capisco perché nel topic di Superman 3D siamo solo in 3 gatti a lamentarci....tutti muti per paura della spazzolata dall'alto. Ai ai ai, Medioevo.