Non entro nella polemica, ognuno ha le sue idee e le rispetto. Il libro mi è piaciuto: Dan Brown è sapiente nel ricreare atmosfere, a descrivere i luoghi e ha creare la suspance della narrazione. Il film non lo farò ma solo perché l'altro cinema qui in città lavora con Columbia (noi facciamo così, ci dividiamo le case). Lo vedrò perché il libro mi è piaciuto (e qui tremo...), perché è di Ron Howard e perché Tom Hanks mi piace un sacco.
Perché scrivo qui allora?
Solo per riportare due stralci da CineNotes n°643 che mi sono arrivati oggi pomeriggio:
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<font color="black">"Esistono mezzi legali per ottenere che alcuni rispettino i diritti di altri. Questo
e' uno dei diritti umani fondamentali: devono rispettarci, rispettare il nostro credo
religioso e devono rispettare il nostro fondatore, Gesu' Cristo". Il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto divino e i sacramenti, esorta i cattolici a ricorrere ai tribunali
dei vari paesi per bloccare l'uscita del film di Ron Howard tratto da "Il Codice da Vinci", il discusso best-seller
di Dan Brown che mette alla berlina la fede cristiana. "I cristiani - spiega il porporato - non possono restare con
le braccia incrociate e dire: 'dobbiamo perdonare e dimenticare'. Non saro' io a dire a tutti i Cristiani quello
che devono fare, ma ci sono i mezzi legali per reagire".
La presa di posizione del Prefetto della Congregazione per il Culto e' contenuta in un
documentario di 25 minuti realizzato dall'agenzia televisiva internazionale Romereports, specializzata
nell'informazione dal Vaticano e sulla Chiesa cattolica nel mondo. (Repubblica)</font id="black">
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E la prossima:
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<font color="black">Un drappo nero è calato mercoledì 26 aprile sul megaposter che pubblicizza il
film tratto dal romanzo di Dan Brown “Il codice Da Vinci” sulla facciata della Chiesa di
San Pantaleo a Roma, pubblicizzazione che aveva causato ovvie polemiche.
La facciata della Chiesa, che si trova nel centro storico di Roma (nei pressi
di piazza Navona), è stata coperta infatti per i lavori di restauro proprio dalla pubblicità
del film. Ma una dura nota del Vicariato di Roma, presieduto dal Cardinal Camillo Ruini, che ha sottolineato
l’inopportunità di quella pubblicità ha fatto muovere il Ministero dell’interno. La Chiesa in questione è di
proprietà del Ministero, ente promotore dei lavori, che in realtà non aveva rilasciato il nulla osta per la
pubblicità, autorizzata comunque dalla concessionaria. (abitareaRoma.it)</font id="black">
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Però un commento estemporaneo concedetemelo: la Columbia gongola!
Con un budget - relativamente - non mostruoso riescono ad eccheggiare con il loro titolo ovunque: una manna per qualsiasi pubblicitario.
Non mi aspettavo, a dire il vero, simili polemiche...
Giovanni Zampieri
La petite Lumière cinemultisala - Belluno
www.cinemalumiere.it